Passa ai contenuti principali

La "Storica", ovvero l'uscita in bici meno democratica che si possa immaginare.

Il lancio era stato: "Un'uscita in bici, aperta a tutti, uomini, donne, bambini. Un'uscita democratica per chiudere l'anno "sportivo" senza nessuna fatica e con tanto divertimento!"

Bene, è difficile sintetizzare in poche parole una giornata in bici, ma ci provo con i numeri: circa 60 km di lunghezza, un numero imprecisato di salite per un totale di oltre 400 metri di dislivello, una salita di circa 1.800 metri con una pendenza media del 10%!

Quando il gruppo si raduna alla stazione di Capranica il clima è festoso e nessuno immagina cosa li attenda.


Basta poco però per capire come sarà la giornata: anche i più collaudati capiscono che oggi ci sarà da stringere i denti


La strada sale. Dalla stazione di Capranica si arriva a Ronciglione e poi si prosegue per il lago di Vico, di cui è previsto il giro.
Per fortuna la pausa pranzo è in un agriturismo molto riposante, con splendidi prati verdissimi.

I ciclisti, in verità, pur attesi, non sono accolti con grande cordialità, ma la fame fa passare tutto in secondo piano e la stanchezza chiama ad un rilassante riposo prima di intraprendere la via del ritorno.

L'appuntamento è alla prossima uscita, con una richiesta: meno democrazia per favore, e meno salite!

Commenti

Anonimo ha detto…
Belle foto Magociclo,per fortuna che non sono venuta! Roba che ci avevo creduto che era "democratica" e stavo quasi per aggregarmi col pargolo... a quest'ora ero ancora sulla prima salita con la flebo!!!
A quando il giro della Marmolada?
Oppure suggerisco un bel "Cles-Tuenno-Tovel" con giro del lago e pranzo in baita tra gli orsi!
Comunque complimenti.
Mamaa
magociclo ha detto…
Gallus ha proposto una scalata del Terminillo, ma solo se vieni tu con il bambino, altrimenti che gusto ci sarebbe?
In realtà, ma diciamolo sottovoce, ieri è stata proprio tosta. Non lo testimonierò mai, ma sapessi quanti piedi a terra si sono visti sulle salite! Per fortuna, almeno per quello che ho potuto vedere, mai nessuno che indossasse la maglia Lokomotiv ha dovuto affrontare l'onta della bici spinta a mano, ma...basta, chiudo il discorso con un dignitoso silenzio.

Ben altro potrei dire sull'accoglienza presso l'agriturismo. Immagina un locale abbastanza pretenzioso, ampio, a suo modo elegante, con tovaglie ricamate e sfilza di bicchieri sul tavolo. Noi entriamo in processione, sudati, vocianti, vestiti in modo irreprensibile (per dei ciclisti, però) mentre oltre 50 persone stanno consumando un elegante pasto festivo. Hai presente il film "TheBlues Brothers", quando John Belushi e Dan Aykroyd entrano nel ristorante di lusso e fanno le cose più sconvenienti per convincere il loro amico a tornare nella band? Beh, più o meno la reazione dei clienti dell'agriturismo è stata quella dei clienti del ristorante del film.

Meglio affidarci al saggio capitano "Oltre" che oggi, sul suo blog ci ha promesso una vera democratica uscita marina a Sabaudia, con pescetto e, forse, aragoste (quelle di pasticceria, con la crema dentro)a Terracina!!
Anonimo ha detto…
Rispolvero una delle mie tante anime ciclistiche, quella della guida cicloescursionistica (10 anni in Ruotalibera non vengono archiviati così facilmente per qualche dissapore interno), per un commento sulla gita "democratica" di ieri, rivelatasi poi più "dittatoriale" del previsto.
Si è trattato sostanzialmente di un errore di valutazione del Capomeccanico, dovuto sicuramente ad una scarsa esperienza con questo tipo di iniziative.

Come gli ho anche spiegato ieri, il grado di difficoltà di un giro in bicicletta è estremamente soggettivo, molto più della valutazione di una camminata in montagna, un'immersione subacquea o altre attività più o meno sportive, nelle quali è più facile stabilire dei criteri oggettivi. In bicicletta lo sforzo è, anche grazie al cambio, molto modulabile, il che aggiunge una serie di variabili indipendenti alla valutazione della difficiltà di un dato percorso.

Quello che va sempre tenuto presente però è: A CHI SI STA PROPONENDO il giro. La pedalata di ieri sarebbe stata sicuramente da classificare "facile" per un giro della Lokomotiv, ma se l'intento era rivolgersi a N persone, a un gruppo eterogeneo, formato anche da persone molto poco allenate o abituate a lunghe padalate, non poteva assolutamente essere descritto come una pedalata "aperta a tutti". O meglio: doveva essere presentata come una pedalata aperta a tutti come partecipazione, ma comunque piuttosto impegnativa. Venite pure, sarete tutti aspettati e nessuno vi correrà dietro, ma sappiate che ci sono diverse salite, alcune anche ripide, e il percorso non è brevissimo. Questo doveva essere il messaggio.

Sono certo che il Capo farà tesoro di queste esperienza e imparerà a valutare meglio la difficoltà delle iniziative proposte; ieri avrà sicuramente imparato che organizzare un giro in bici con la Lokomotiv o in genere un gruppo di ciclisti sportivi è enormemente più facile che organizzare una pedalata aperta a tutti.

Riguardo all'agriturismo... beh, spero che nelle prossime uscite "democratiche" ci rifaremo in qualche trattoria davvero rustica e casereccia! E' che con la Lokomotiv, quando ci fermiamo a pranzo, molto spesso mangiamo velocemente in qualche bar o pizza al taglio!

Alla prossima! Gianni

P.S.: ho in mente qualche giro medio-facile a breve, restate in ascolto sul blog Albertiano
Anonimo ha detto…
Si, si, capisco... Ho visto sia le foto che hai fatto, sia il film dei BB (mitico!!).
Roba che da come ne parlava il capomeccanico sul blog sembrava un agriturismo di quelli alla mano, con i cavalli e gli animali, altro che ristorante 5 stelle con gruppo invitati al matrimonio dei coniugi Briatore!!
Meglio una sana e rustica trattoria, anche se il bucatino resta un po' pesantuccio per il ritorno.

Mamaa
Anonimo ha detto…
> ho in mente qualche giro medio-facile a breve

Ecco, allora si che bisogna tornare ad allenarsi: c’è chi ancora trema al ricordo del tristemente noto “muro di Tarano”!

A parte scherzi, personalmente non mi dispiacerebbe di tanto in tanto rispolverare la formula ciclogita delle origini (pre gruppo sportivo per intenderci, ovvero le prime uscite del 2005, di cui trovate traccia su Roma pedala) così come qualche uscitina storico naturalistica come quella sull'Appia Antica di Fabrizio.
Anonimo ha detto…
@Alberto


Allora colgo la palla al balzo e la butto lì.
Tra le varie uscite si potrebbe inserire ogni tanto (e soprattutto dopo aver meditato e verificato i percorsi) delle gite alla riscoperta della nostra bella Roma, ma non parlo solo del centro. Quanti bei quartieri con storie particolari tutte loro ci sono che neanche lo immaginiamo?
Ognuno a turno potrebbe organizzare una gitarella nel proprio quartiere per scoprire angoli sconosciuti della città e magari anche percorsi ciclabili inusuali, il tutto condito logicamente da mangiata finale nella trattoria del cuore...
Mamaa
Anonimo ha detto…
Bello anche il tuo blog Mago!

Ma ampiamente positiva anche la bici-uscita di ieri! Onore e gratitudine al CapoPresidente in abito bianco!

Di grande fascino la intonsa e vasta natura intorno al Lago di Vico, con boschi e paesaggi agrari di struggente bellezza (al ritorno io, Dolcezavorra aka Pallainbici e Laura D. dalla mitica mountainbike, presto distaccati dall'elite pedalatoria (ma da solo avrei potuto resistere ...qualche centinaio di metri) abbiamo visto (letteralmente) partire il treno delle 17.21 (anche) perchè ci siamo incantati a inebriarci delle faggete e dei castagneti con orizzonti infiniti di prati ancora verdissimi (santa pioggia!) nella strada provinciale alternativa a Ronciglione che sboccava sulla Cassia...che meraviglia, peccato i 3-4 tornanti da piccolo Stelvio (rigorosamente a piedi con la scusa del paesaggio).

Un pò scortesi ma di grande e vasta bellezza anche l'agriturismo.

Sereno, quietamente salottiero e inaspettatamente (con grandi speranze per il futuro) ben bici- frequentato il treno.

Di grande simpatia, cordialità, interesse e disponibilità tutti i partecipanti.

Quindi, almeno per noi, non proprio schegge del pedale, una bellisima e serena giornata tra bici e natura.

Ci dispiace e ci scusiamo ancora di aver rallentato le lokomotif(e), ma avevamo sottovalutato i nervosi dislivelli Cimini.
Grazie a tutti!

AVe caiofabricius VALE.

Per le "prossime" vi ricordo le mie idee per future cicloproposte che vi ho accennato intorno al tavolo:
sab 20 settembre, Ponti e Storie del Tevere, eventualmente preceduta da presuntuosissima videopresentazione.
Metà ottobre: una rinnovata Alba del Rinascimento (alba in tutti i sensi).
magociclo ha detto…
Mah, forse questo non è proprio il principio ispiratore del GC (che sta per "Gruppo Ciclistico") Lokomotiv. I Lokomotiv amano misurarsi con la salita, la discesa impervia, la velocità in piano, le lunghe distanze, il sole che cuoce le schiene e il vento che gela l'aria nei polmoni. Noi, perché anch'io mi metto ovviamente dall'altra parte, saremmo d'impiccio in queste circostanze. Un paio di anni fa, per capire cosa avrei potuto fare insieme ai Lokomotiv, ho segretamente e silenziosamente confrontato le mie prestazioni con alcune di quelle comunicate sul blog dai Lokomotivani (tipo il K2). E ho deciso che per me non era cosa!!
Questo non esclude che di tanto in tanto si possa abbinare la nostra presenza di supporter sfegatati alle loro uscite, ma snaturare il GC mi sembrerebbe troppo. E poi ci sono già tante associazioni che svolgono (più o meno bene. io comunque preferisco le autoorganizzazioni di Caio) questa funzione a Roma.
Anonimo ha detto…
Volevo ringraziare anch'io tutti partecipanti alla ciclogita di ieri. Quanto alla democraticità del percorso, ritengo che niente sia più democratico della bici: si sale ognuno del proprio passo, chi può sopra la bici altrimenti bici al fianco; tanto ci siamo ritrovati tutti sotto lo stesso tavolo. Volevo poi scusarmi per la fretta nel ritornare ma avevo assoluta nesessità di prendere il primo treno e mi ero incaponito nel prenderlo a Oriolo Romano. Sono quindi passato per la strada fatta da Caio (veramente splendidi i faggi) e, lo ammetto, quei 2 tornanti me li sono fatti a piedi anche io. Ho poi ingaggiato una personale prova a cronometro con il treno superata per soli 6 minuti.
Grazie ancora a tutti i partecipanti e al valente e democratico organizzatore.
.
Marco (tratto distintivo: new entry dai polpacci non appariscenti :)

Post popolari in questo blog

L'arco e la via di Tiradiavoli. E' pericoloso passarci?

Lo sapete che a Roma esiste una via che si chiamava “via Tiradiavoli”? E che su questa via passa un arco chiamato “arco Tiradiavoli”? E che molti di noi la percorrono ogni giorno senza saperlo? E sarà pericoloso questo passaggio? Fermi tutti, innanzitutto spieghiamo dove siamo: ci troviamo su via Aurelia (antica) nel tratto che fiancheggia da un lato Villa Pamphili e dall’altro il giardino di Villa Abamelek, la residenza romana dell’ambasciatore russo a Roma. Il posto è questo che vedete qui nella foto   Ma perché il popolo romano chiamava questa via, e l’arco, che la sovrasta, “Tiradiavoli”?  Una possibilità riguarda la figura della celeberrima Olimpia Maidalchini Pamphili, la celebre “Pimpaccia” a cui è anche intitolata una via qui vicino, Via di Donna Olimpia.  Questa donna, spregiudicata e abile, grazie alle sue capacità fu potentissima durante il pontificato di Innocenzo X, nella prima metà del 17° secolo. Questa sua avidità di denaro e potere la resero temuta e odiata dal popolo

Di che colore erano le città del medioevo?

Spesso, visitando le splendide città medioevali italiane, maturiamo la convinzione che esse fossero molto austere, nelle forme e nel colore. Le mura, le case, le torri, le cattedrali ci appaiono oggi nei colori della pietra, anche scurita dal passare del tempo. E invece sbagliamo. Dobbiamo dire grazie ad artisti come Benozzo Gozzoli e Giotto se oggi sappiamo con certezza che le città medioevali erano delle vere e proprie "follie cromatiche " ( cit.  Philippe Daverio ). Ad esempio Arezzo, nel quadro di Benozzo Gozzoli, era così all'epoca di S. Francesco, con facciate delle case rosso vivo o blu intenso: E anche Giotto ci ha lasciato una sua immagine di Arezzo sgargiante nei suoi colori: Ma anche le grandi cattedrali gotiche (aggettivo che oggi usiamo per indicare realtà austere, essenziali) del nord Europa dovevano essere tutt'altro che grigie. Ad esempio, questa è la facciata della cattedrale di Limburg an der Lahn, in Germania, 70 km a nord di Francoforte,

La storia infinita dell'ex residence Bravetta

Il Corriere della Sera del 28 maggio dà notizia della condanna di Barbara Mezzaroma a 23 mesi di reclusione per aver demolito un palazzo nell’ex residence Bravetta, senza averne il permesso. La contestazione mossa all’amministratrice delegata di Impreme è di abuso in zona sottoposta a vincolo paesaggistico, in violazione del testo unico sull’edilizia e del codice dei beni culturali e del paesaggio. La demolizione è avvenuta tra il 2015 e il 2017, mentre il Comune nel 2007 si era accordato con il gruppo Mezzaroma per la riqualificazione del residence, realizzato negli anni Settanta. Quello che a noi abitanti del quartiere risulta difficile da comprendere è il contenuto della decisione del giudici. Il giudice ha infatti stabilito che la Mezzaroma dovrà ricostruire l’immobile e pagare un risarcimento danni al Comune pari a 70 mila euro. Condizione questa cui è sottoposta la sospensione della pena. La domanda che noi ci poniamo è "ma il giudice ha presente cosa sia l