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Bicipensiero (la bicicletta della nonna1)

"...la prima cosa che il nonno ha regalato alla nonna è stata la bicicletta. Correva l'anno 1947, o forse 1948, quando un mattino il nonno ha aperto la porta di casa e ha chiamato forte il nome della nonna: "Tina...Tina...!", "Cosa c'é?..." ha risposto lei dall'alto, dalle camere da letto, "Vieni giù!..."; la mattina possiamo immaginarla bella e luminosa e calda, non costa niente; e la nonna è scesa per le scale e, uscita nell'aia, contro il muro, ha visto quel portento tecnico, che allora doveva luccicare nei cerchioni, odorare di gomma nei pneumatici, squillare come un cardellino nel campanello tondo. "E' per te..." le ha detto il nonno e alla nonna è venuto da piangere: era il primo regalo della sua vita..."

Alberto Garlini, Una timida santità, Sironi editore - Pagina 147

Commenti

Anonimo ha detto…
Già, dobbiamo proprio fare fatica a immaginarci una scena come questa. Eppure non è passato così tanto tempo, solo 10 anni prima della nostra nascita... Siamo proprio vecchi. La bici allora era come la nostra utilitaria, uno strumento di lavoro. Mi chiedo perchè il nonno abbia comperato la bici alla nonna, mi sembra tanto uno di quei regali che ogni tanto ci scappa di fare alle nostre mogli, tipo libro di cucina; regali sotto sotto interessati. Allora non esisteva il traffico, c'era solo un'italia distrutta che era appena uscita da una guerra disastrosa e c'era soprattutto da lavorare per rimetterla in piedi. Gran parte di questo lavoro è stato svolto con l'aiuto della biciclette che, anche solo per questo motivo, fanno parte della nostra storia.Ora mi chiedo come la bici possa aiutarci a risollevare questo paese che non è affatto uscito da un pariodo disastrato, anzi, ci è dentro fino alle scarpe. Certamente potrebbe essere da incentivo alla più grande ricchezza che abbiamo, quella del turismo. Personalmente avrei voglia di tornare a Valencia anche solo per girarmela tutta in bici, percorrere tutto il corso del Turia, il porto e il centro. Li le piste ci sono eccome. Sarebbe bello che oltre tutto il resto l'Italia offrisse anche questa possibilità. Basterebbe solo questo per incentivare la realizzazione di piste urbane e extra, senza considerare gli innumerevoli vantaggi per tutti. Alla prossima. Ciao a tutti.
Anonimo ha detto…
Angh'io!
Nel lontano 1974 racimolai con lavoretti estivi quanto bastava per donare alla mia fidanzatina una luccicante bici da passeggio nera classica...ancora sono bellissime.

AVe zì Fà
Anonimo ha detto…
Entro in punta di piedi in questo post, lascio un saluto e me ne vado, perché se vi dico che nel 1974 andavo ancora all'asilo a qualcuno potrebbe venire la depressione...

Mamaa
paolo ha detto…
Beh, per tranquillità di Mamaa voglio dire che il bicipensiero non l'ha scritto un mio compagno di classe! Certo, nel 1974 ero un po' più avanti dell'asilo, ma poi nemmeno troppo! Diciamo che partecipavo alle elezioni studentesche per i cd "decreti delegati", che istituirono la prima rappresentanza di studenti e genitori all'interno degli organi di guida della scuola.
E quindi...non mi viene la depressione!!
Anonimo ha detto…
Aho depressi diventerete
se in salita coCaio pedalerete...

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