Passa ai contenuti principali

Il Test del lunedì

Vediamo se sei un utente della strada attento:


E ricorda: occhio ai ciclisti!

Commenti

Anonimo ha detto…
Porcaccia miseria! Mi ero accorta solo di un paio di cose, non di 21!!!
Mi era andata meglio con l'orso che ballava, quello l'avevo visto.

Mamaa
Anonimo ha detto…
Nle filmato c'è un orso che balla? O_O
paolo ha detto…
Siate fiduciosi, arriverà anche l'orso che balla, a metà dicembre!
Mi spiego: questi filmatini sono stati prodotti in Inghilterra per allertare gli automobilisti contro la distrazione, soprattutto nei confronti dei ciclisti. Si tratta di una mini serie di 4 episodi, il più famos dei quali contiene appunto un misterioso orso ballerino. E siccome è il più famoso lo posterò per ultimo!
Ma ricordate, orso o non orso: state attenti sulle strade, noi ciclisti siamo leggeri come una piuma in confronto ai vs, carriarmati, e basta poco per farci andare giù!
Anonimo ha detto…
Riporcaccia miseria, manco uno!!!
Sarà perchè ho passato tutta la giornata davanti al pc, e mi si sono intrecciati gli occhi, ma per strada li ho ben aperti.
Vado a riposarmi andando a giocare una bella partita di calcio, ciaooooooooo
Anonimo ha detto…
... e comunque é stato il Colonnello Mostarda con la chiave inglese nella biblioteca (con l'aiuto dell'orso che balla naturalmente)!

Mamaa
Anonimo ha detto…
Ero troppo assorbito dal seguire la conversazione in inglese in real time... vale come scusa?
:-)

Post popolari in questo blog

L'arco e la via di Tiradiavoli. E' pericoloso passarci?

Lo sapete che a Roma esiste una via che si chiamava “via Tiradiavoli”? E che su questa via passa un arco chiamato “arco Tiradiavoli”? E che molti di noi la percorrono ogni giorno senza saperlo? E sarà pericoloso questo passaggio? Fermi tutti, innanzitutto spieghiamo dove siamo: ci troviamo su via Aurelia (antica) nel tratto che fiancheggia da un lato Villa Pamphili e dall’altro il giardino di Villa Abamelek, la residenza romana dell’ambasciatore russo a Roma. Il posto è questo che vedete qui nella foto   Ma perché il popolo romano chiamava questa via, e l’arco, che la sovrasta, “Tiradiavoli”?  Una possibilità riguarda la figura della celeberrima Olimpia Maidalchini Pamphili, la celebre “Pimpaccia” a cui è anche intitolata una via qui vicino, Via di Donna Olimpia.  Questa donna, spregiudicata e abile, grazie alle sue capacità fu potentissima durante il pontificato di Innocenzo X, nella prima metà del 17° secolo. Questa sua avidità di denaro e potere la resero temuta e odiata dal popolo

Di che colore erano le città del medioevo?

Spesso, visitando le splendide città medioevali italiane, maturiamo la convinzione che esse fossero molto austere, nelle forme e nel colore. Le mura, le case, le torri, le cattedrali ci appaiono oggi nei colori della pietra, anche scurita dal passare del tempo. E invece sbagliamo. Dobbiamo dire grazie ad artisti come Benozzo Gozzoli e Giotto se oggi sappiamo con certezza che le città medioevali erano delle vere e proprie "follie cromatiche " ( cit.  Philippe Daverio ). Ad esempio Arezzo, nel quadro di Benozzo Gozzoli, era così all'epoca di S. Francesco, con facciate delle case rosso vivo o blu intenso: E anche Giotto ci ha lasciato una sua immagine di Arezzo sgargiante nei suoi colori: Ma anche le grandi cattedrali gotiche (aggettivo che oggi usiamo per indicare realtà austere, essenziali) del nord Europa dovevano essere tutt'altro che grigie. Ad esempio, questa è la facciata della cattedrale di Limburg an der Lahn, in Germania, 70 km a nord di Francoforte,

Il Chopper di Alan Oakley e i miei sogni di ragazzino

È morto ieri a 85 anni Alan Oakley, l'uomo che nel 1967 progettò per la Raleigh uno dei più singolari e fortunati modelli di bicicletta, la "Chopper", che salvò dal fallimento la fabbrica inglese. Il primo esemplare della strana bici fu messo in vendita in Inghilterra nel settembre del 1969, ed uscì di produzione nel 1984 con il record di 1,5 milioni di pezzi venduti. Per noi adolescenti degli anni '70 la chopper era rivoluzionaria, con il suo sedile largo con lo schienale, il cambio con la leva come un'automobile, la ruota posteriore grande e quella anteriore piccolissima, il manubrio altissimo e ripiegato all'interno. Per noi ragazzi nati alla fine degli anni '50 la bici era solo quella pesante d'acciaio da corsa o da città, non c'era l'alluminio, al massimo l'olandesina, ma solo per le donne o per contadini emiliani. Ancora non erano nate le mountain bike e l'unica altra rivoluzionaria apparsa sulle strade era la Graziella