Ecco la verità: il vero problema per le bici in città è la puzza di vernice! E a seguire cronaca di una censura
Corriere della Sera del 18 marzo 2008, pag. 8 della cronaca di Roma, rubrica "lettere al Corriere della Sera": un lettore, Fausto Bonafaccia (noto in città per il suo attivismo ciclistico, per l'aver fondato un'associazione ciclistica e per gestire un sito in materia di mobilità urbana in bici. Quindi, come si dice, un esperto in materia) scrive al Corriere per segnalare qual è il vero problema della ciclabilità capitolina: la puzza di vernice lungo la ciclabile Tevere sud, all'altezza di via del Cappellaccio, puzza provienente da un capannone dove si effettua la manutenzione delle imbarcazioni fluviali.
Dobbiamo ringraziare il sig. Bonafaccia se, utilizzando la prestigiosa tribuna del Corriere, segnala il vero problema dei ciclisti romani. Forse avrebbe potuto aggiungere fra i problemi anche l'odore pungente che si avverte sulla ciclabile Tevere nord in corrispondenza del depuratore Tor di Quinto, ma probabilmente quella zona è troppo lontana dai suoi giri domenicali.
E dire che da anni denunciavo situazioni a mio giudizio gravi presenti lungo le piste ciclabili romane, quali l'assoluta mancanza di manutenzione, rami sporgenti che potrebbero ferire i ciclisti, controlli di sicureza scarsi se non episodoci, cabine elettriche nel bel mezzo del tracciato, macchine posteggiate in corrispondenza di ogni accesso delle piste, lavori eternamente incompiuti, scale che spezzano improvvisamente i tracciati, tratti in selciato sconnesso, presenza di bancarelle commerciali in alcuni periodi dell'anno lungo le piste...Non avevo capito niente, il vero problema è la puzza di vernice!!
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P.S. Questa notizia era stata da me riportata ieri, negli stessi termini che hai appena letto, su uno dei più autorevoli fra i blog romani che si occupano di bicicletta. Purtroppo però l'amministratore di quel blog ha ritenuto opportuno rimuovere il post, avvisandomi solo successivamente, motivando l'operazione censoria con un "...sono costretto a muovermi con cautela". Accetto, malvolentieri, la rimozione, perché il titolare di un blog può decidere a chi dare e come dare parola su uno strumento che ha creato. Respingo però nella maniera più decisa il tentativo di non dare voce alla critica nei confronti di chi, in questo caso il sig. Bonafaccia, decide di affidare il proprio pensiero ad una tribuna autorevole come la rubrica della posta del Corriere della Sera, accettando come conseguenza che il suo pensiero sia oggetto di riflessioni, valutazioni, anche critiche, dando vita ad un movimento di pensiero democratico che porta la formazione di un giudizio nei lettori. Mi piacerebbe sapere da te, lettore di questo blog, cosa ne pensi dell'episodio in particolare e della censura nei blog ad opera degli amministratori.
Dobbiamo ringraziare il sig. Bonafaccia se, utilizzando la prestigiosa tribuna del Corriere, segnala il vero problema dei ciclisti romani. Forse avrebbe potuto aggiungere fra i problemi anche l'odore pungente che si avverte sulla ciclabile Tevere nord in corrispondenza del depuratore Tor di Quinto, ma probabilmente quella zona è troppo lontana dai suoi giri domenicali.
E dire che da anni denunciavo situazioni a mio giudizio gravi presenti lungo le piste ciclabili romane, quali l'assoluta mancanza di manutenzione, rami sporgenti che potrebbero ferire i ciclisti, controlli di sicureza scarsi se non episodoci, cabine elettriche nel bel mezzo del tracciato, macchine posteggiate in corrispondenza di ogni accesso delle piste, lavori eternamente incompiuti, scale che spezzano improvvisamente i tracciati, tratti in selciato sconnesso, presenza di bancarelle commerciali in alcuni periodi dell'anno lungo le piste...Non avevo capito niente, il vero problema è la puzza di vernice!!
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P.S. Questa notizia era stata da me riportata ieri, negli stessi termini che hai appena letto, su uno dei più autorevoli fra i blog romani che si occupano di bicicletta. Purtroppo però l'amministratore di quel blog ha ritenuto opportuno rimuovere il post, avvisandomi solo successivamente, motivando l'operazione censoria con un "...sono costretto a muovermi con cautela". Accetto, malvolentieri, la rimozione, perché il titolare di un blog può decidere a chi dare e come dare parola su uno strumento che ha creato. Respingo però nella maniera più decisa il tentativo di non dare voce alla critica nei confronti di chi, in questo caso il sig. Bonafaccia, decide di affidare il proprio pensiero ad una tribuna autorevole come la rubrica della posta del Corriere della Sera, accettando come conseguenza che il suo pensiero sia oggetto di riflessioni, valutazioni, anche critiche, dando vita ad un movimento di pensiero democratico che porta la formazione di un giudizio nei lettori. Mi piacerebbe sapere da te, lettore di questo blog, cosa ne pensi dell'episodio in particolare e della censura nei blog ad opera degli amministratori.
Commenti
molto più squallido (ai limiti della disinformazione) quanto diffuso sulla ciclabile Colombo, con i 20 metri del tratto del distributore (scandalosi e mediaticamente suicidi) usati per sputtanare 7 km di pista utilissima
Magari sul blog c'è un post che spiega la politica 'censoria' seguita dal blog, così che il criterio di rimozione dei post sgraditi sia trasparente.
Purtroppo in passato per alcuni commenti perfettamente leciti espressi sul blog (com'era del resto il tuo) su un paio di persone che si "occupano" di bici a Roma, ho avuto “qualche problema” (eufemismo) con polemiche e discussioni a non finire (che evito di riportare perché altrimenti la voglia di pedalare mi crolla a zero)
Purtroppo, onde evitare il ripetersi di simili episodi ( e perché mantenere e portare avanti il blog Roma pedala dev'essere un piacere e non fonte di preoccupazioni) sono costretto a muovermi con cautela.
Capisco perfettamente il tuo rammarico per la situazione e me ne dispiace. E ribadisco anche qui tra i commenti del tuo blog, che spero proprio che tu possa riconsiderare la tua decisione circa rimanere in disparte e tornare quindi presto a scrivere su Roma pedala!
Un caro saluto e visto che ci siamo, Buona Pasqua,
Alberto