Passa ai contenuti principali

Doping? sì, grazie

Lo temevo, anzi, lo sapevo, ma leggerlo è sempre amaro: "...in Italia (ci sono) almeno mezzo milione di sportivi truccati e senza controllo, vittime del mito della vittoria anche quando la vittoria non vale niente, solo l'orgoglio di arrivare davanti, o di specchiarsi e vedere muscoli lucidi e turgidi da culturista. Sono i "dopati fai da te", cioè il vero motore di un'industria parallela a quella della droga, nelle mani della criminalità organizzata, che fattura due miliardi di euro all'anno e che nel 2007 ha visto commerciare Epo per oltre 200 milioni." Lo scrive Maurizio Crosetti su Repubblica, confermando quella che era già più di una sensazione.

Lo spunto è l'amara vicenda del ciclista Riccò, cacciato dal Tour come un criminale per essersi "bombato" con una sostanza, l'EPO, che consente di aumentare i globuli rossi nel sangue, con conseguente miglioramento delle prestazioni. Forse è il caso di ricordare cosa sia l'EPO: e' un ormone, normalmente prodotto da cellule del nostro corpo in risposta a segnali provenienti da sensori per l'ossigeno a livello renale. Stimola il midollo osseo a produrre globuli rossi, comportando quindi un aumento della riserva di ossigeno. Viene utilizzato in genere per gli sport di resistenza. Nel ciclismo l'atleta non deve avere un ematocrito superiore al 50% ( per le atlete il limite e' 48% ). Si vuole evitare in questo modo il rischio trombo-embolico, causato dall'aumento della densità del sangue. Le cronache del ciclismo sono ricche di aneddoti che vedono ciclisti protagonisti di improvvise e inderogabili pedalate sui rulli nel cuore della notte per fluidificare il sangue altrimenti pericolosamente denso.

Ebbene, i Riccò, i Piepoli, i Basso (per rimanere nelle fila italiane) sono solo la punta dell'iceberg. Sono decine di migliaia gli sportivi dilettanti che assumono regolarmente "integratori alimentari" e farmaci veri e propri, magari acquistati su internet, per migliorare prestazioni e aspetto fisico. Sul commercio di queste sostanze è peraltro in arrivo la mano di mafia e camorra, che hanno annusato l'odore dei soldi e stanno arruolando medici, farmacisti, allenatori e testimonial.

Ricordo la mia meraviglia quando lo scorso inverno entrai nel "Marathon village" di Roma (l'insieme degli stand allestiti in occasione della Maratona di Roma) e trovai alcuni rivenditori di ogni genere di prodotto che potesse aiutare l'atleta: dalle innocenti bustine di carbogel a non identificate "vitamine" multicolore, a sconosciuti integratori dai nomi suadenti: Energy, Power, Endurance, Animal Nitro (!)...

Insomma, Maurizio Crosetti apre uno spiraglio di conoscenza su questo mondo di dopati della domenica che non si curano di quello che succederà il lunedì.

Commenti

Anonimo ha detto…
Forse dovresti provvedere anche tu con qualche sostanza che ti possa aiutare a superare le terribili asperità della salita di Bracciano. A meno che non esca solo con me che, con mille futili scuse, ti obbligo a mantenere una media appropriata a degli over 50. (Questa te la sei proprio cercata) Al prossimo, tranquillo, giro.
Ciao
magociclo ha detto…
Per reggere le tue medie sarebbe sufficiente una barretta di "vita snella" da 85 calorie, se proprio fossi in vena di tirare.
Pensa ad allenarti piuttosto, che la gara di Orte non è lontana!

Post popolari in questo blog

Di che colore erano le città del medioevo?

Spesso, visitando le splendide città medioevali italiane, maturiamo la convinzione che esse fossero molto austere, nelle forme e nel colore. Le mura, le case, le torri, le cattedrali ci appaiono oggi nei colori della pietra, anche scurita dal passare del tempo. E invece sbagliamo. Dobbiamo dire grazie ad artisti come Benozzo Gozzoli e Giotto se oggi sappiamo con certezza che le città medioevali erano delle vere e proprie "follie cromatiche " ( cit.  Philippe Daverio ). Ad esempio Arezzo, nel quadro di Benozzo Gozzoli, era così all'epoca di S. Francesco, con facciate delle case rosso vivo o blu intenso: E anche Giotto ci ha lasciato una sua immagine di Arezzo sgargiante nei suoi colori: Ma anche le grandi cattedrali gotiche (aggettivo che oggi usiamo per indicare realtà austere, essenziali) del nord Europa dovevano essere tutt'altro che grigie. Ad esempio, questa è la facciata della cattedrale di Limburg an der Lahn, in Germania, 70 km a nord di Francoforte, ...

Il Chopper di Alan Oakley e i miei sogni di ragazzino

È morto ieri a 85 anni Alan Oakley, l'uomo che nel 1967 progettò per la Raleigh uno dei più singolari e fortunati modelli di bicicletta, la "Chopper", che salvò dal fallimento la fabbrica inglese. Il primo esemplare della strana bici fu messo in vendita in Inghilterra nel settembre del 1969, ed uscì di produzione nel 1984 con il record di 1,5 milioni di pezzi venduti. Per noi adolescenti degli anni '70 la chopper era rivoluzionaria, con il suo sedile largo con lo schienale, il cambio con la leva come un'automobile, la ruota posteriore grande e quella anteriore piccolissima, il manubrio altissimo e ripiegato all'interno. Per noi ragazzi nati alla fine degli anni '50 la bici era solo quella pesante d'acciaio da corsa o da città, non c'era l'alluminio, al massimo l'olandesina, ma solo per le donne o per contadini emiliani. Ancora non erano nate le mountain bike e l'unica altra rivoluzionaria apparsa sulle strade era la Graziella...

L'abbattimento del Velodromo di Roma

Costruito per le Olimpiadi di Roma, nel quartiere dell'EUR, per le gare di ciclismo su pista il Velodromo ( * ) fu inaugurato il 30 aprile del 1960. Un'immagine del Velodromo ancora efficiente Oggi è di proprietà dell'EUR spa. Sulla sua pista si sono svolte le gare ciclistiche delle Olimpiadi del 1960, i Campionati del mondo del 1968 e, nel 1967, vi è stato anche battuto il record dell'ora. L'ultima manifestazione svoltasi al velodromo con la partecipazioine del pubblico fu quella dei mondiali del 1968. Successivamente, a causa di fenomeni di assestamento delle strutture e delle tribune del pubblico, l'uso dell'impianto fu dapprima limitato ai soli allenamenti del ciclismo e dell' hockey su prato, e successivamente, abbandonato. Così si presenta oggi il Velodromo, abbandonato e fatiscente Il Consiglio Comunale di Roma, con delibera del 3 aprile 2006 , approvò il programma di interventi “per il recupero e trasformazione del Velodromo Olimpico e nuova e...