Nei giorni scorsi il sito del Corriere della sera ha pubblicato un articolo di commento all'indagine ISFORT che stiamo imparando a conoscere anche su questo blog. Tra le varie affermazioni l'articolo contiene una frase che mi ha lasciato perplesso: "...Sono tante le ciclabili che restano deserte perché semplicemente inutili, buttate lì per guadagnare qualche posto nelle classifiche ambientali ma lontane dai tragitti quotidiani di chi vive in città. È un po' il caso di Roma dove la ciclabile che corre lungo il Tevere è deserta, abbandonata e quando fa buio anche pericolosa...".
Su questa frase ho chiesto il commento ad un ciclista urbano romano che ogni giorno, andata e ritorno, percorre la ciclabile Tevere nel percorso per andare al lavoro. Ecco cosa mi ha risposto Caio Fabricius:
"In qualità di Gonadorum Frangitur Maximus sul tema bici in città, io sono tra quelli (pochi!) che ha applaudito il Comune per la realizzazione della Ciclovia Tevere Centrale, e non me ne vergogno, anzi dal 2005 ne sono un grande e felice utilizzatore quotidiano.
Non si può svilire la splendida, comoda, utile per le passeggiate e per gli itinerari quotidiani casa -ufficio Ciclovia, per qualche cm di buca e 4 km di sampietrino fastidioso ma non tremendo. 30km da GRA a GRA.
Qualcosa in più di un pò di vernice.
Di fatto sarebbe l'asse strategico di collegamento per molti quartieri. Già definita “l'asse portante -la DORSALE- DELLE POLITICHE PER LA CICLABILITA' URBANA”
Ricordo che moltissimi uffici, scuole e negozi sono al centro o comunque vicini alla ciclabile: quindi potenzialmente utilizzabile da migliaia di cittadini consapevoli e, a parte il sampietrino, non mi spiego la gelida accoglienza dei Romani (tutti irreversibili tragici adoratori di feticcio nerolucidoclimatiddissiai?) e perchè non sia decollata come meriterebbe (salvo le domeniche quando conta migliaia di bellissime famiglie in bici).
In una città pluricostruita da 3000 anni e con il più grande, fanatico ed immorale n. al mondo (!) di auto per abitante, oltretutto ringhio-lamentoso, quelle banchine sembravano ancora incontaminata prateria ove poter dar libero e sicuro sfogo alla crescente (?) voglia di una sana mobilità pulita ed europea. Poi tra il dire e il fare , come al solito e come sempre a Roma , ci passa il mare , oltre ai decenni e i ripensamenti e le tragedie politico-elettorali…..
L'"opera" cmq alla fine si è fatta, e si è capito subito la sua POTENZIALE valenza strategica di asse di attraversamento sicuro di gran parte della città (che non a caso dal 1000 avanti cristo in poi le fu "costruita" attorno), oltre che nuova, originale e spettacolare quinta archeo-paesaggistica della città di valenza e suggestione internazionale.
Ne sono emersi però subito anche i problemi: tralasciando quelli legati alla sicurezza, di cui ho però motivate convinzioni diametralmente opposte a quelle più diffuse ( i ciclisti e i pedoni hanno molto più da temere dai vili sorcicorrenti biondino-nostrali che dagli “abbronzati” disagiati) E tra i "probbblemi", anzi le "probbbblematiche" ( come va tra le nuove maggioranze mediasetticemiche) quello più sentito e reale è sicuramente il fondo , non solo del pur nobile ma poco ciclabile sampietrino, ma di un SAMPIETRINO COMPLETAMENTE SCONNESSO DA DECENNI DI PIENE E MANCATA MANUTENZIONE ORDINARIA, che rendono obiettivamente faticoso il transito quotidiano anche ai più tignosi fra i ciclopaleoabruzzesi.
E così, piano, piano, sommessamente, i già scarsi pedalatori quotidiani sono diventati sempre più rari (anche se questa solitudine in pieno Centro è poi di una poesia struggente e permette improvvisi e rincuoranti incontri faunistici -elegantissime garzette, minacciosi aironi, tuffanti cormorani, fantasmagorici gruccioni, coreografiche ballerine gialle e bianche...).
Da anni il problema è noto, e TUTTI gli amministratori hanno convenuto sulla priorità di intervenire "RAPIDAMENTE ...".
Esiste (esisteva?) anche un lodevole fondo di bilancio di 500.000 euro, ma dopo qualche guizzo di interesse, l'argomento sembra essersi dissolto, -l'argomento speriamo non il finanziamento!
Per me è molto più bella e comoda della Senna, e anche ben raccordata con altri itinerari ciclabili
(Ponte Milvio, Tiziano, Auditorium,. Parioli, Risorgimento, Prati, Angelico, Milizie, Ottaviano, Lepanto, Cicerone, Cavour, Centro Rinascimentale, Anagrafe, Sublicio, Circo Massimo, FAO, Caracalla, Colombo-Laurentina, Appia Antica-Caffarella-Acquedotti-Cinecittà-Togliatti-Aniene-ValSolda-Olimpica-Moschea…) e prima o poi se ne accorgeranno i tedeschi, almeno loro se ne intendono di ciclobellezze e cicliche opportunità. L'ideale sarebbe diventare tedesco di Cermania...
Sempreinsella
AVe caiofabricius VALE
Su questa frase ho chiesto il commento ad un ciclista urbano romano che ogni giorno, andata e ritorno, percorre la ciclabile Tevere nel percorso per andare al lavoro. Ecco cosa mi ha risposto Caio Fabricius:
"In qualità di Gonadorum Frangitur Maximus sul tema bici in città, io sono tra quelli (pochi!) che ha applaudito il Comune per la realizzazione della Ciclovia Tevere Centrale, e non me ne vergogno, anzi dal 2005 ne sono un grande e felice utilizzatore quotidiano.
Non si può svilire la splendida, comoda, utile per le passeggiate e per gli itinerari quotidiani casa -ufficio Ciclovia, per qualche cm di buca e 4 km di sampietrino fastidioso ma non tremendo. 30km da GRA a GRA.
Qualcosa in più di un pò di vernice.
Di fatto sarebbe l'asse strategico di collegamento per molti quartieri. Già definita “l'asse portante -la DORSALE- DELLE POLITICHE PER LA CICLABILITA' URBANA”
Ricordo che moltissimi uffici, scuole e negozi sono al centro o comunque vicini alla ciclabile: quindi potenzialmente utilizzabile da migliaia di cittadini consapevoli e, a parte il sampietrino, non mi spiego la gelida accoglienza dei Romani (tutti irreversibili tragici adoratori di feticcio nerolucidoclimatiddissiai?) e perchè non sia decollata come meriterebbe (salvo le domeniche quando conta migliaia di bellissime famiglie in bici).
In una città pluricostruita da 3000 anni e con il più grande, fanatico ed immorale n. al mondo (!) di auto per abitante, oltretutto ringhio-lamentoso, quelle banchine sembravano ancora incontaminata prateria ove poter dar libero e sicuro sfogo alla crescente (?) voglia di una sana mobilità pulita ed europea. Poi tra il dire e il fare , come al solito e come sempre a Roma , ci passa il mare , oltre ai decenni e i ripensamenti e le tragedie politico-elettorali…..
L'"opera" cmq alla fine si è fatta, e si è capito subito la sua POTENZIALE valenza strategica di asse di attraversamento sicuro di gran parte della città (che non a caso dal 1000 avanti cristo in poi le fu "costruita" attorno), oltre che nuova, originale e spettacolare quinta archeo-paesaggistica della città di valenza e suggestione internazionale.
Ne sono emersi però subito anche i problemi: tralasciando quelli legati alla sicurezza, di cui ho però motivate convinzioni diametralmente opposte a quelle più diffuse ( i ciclisti e i pedoni hanno molto più da temere dai vili sorcicorrenti biondino-nostrali che dagli “abbronzati” disagiati) E tra i "probbblemi", anzi le "probbbblematiche" ( come va tra le nuove maggioranze mediasetticemiche) quello più sentito e reale è sicuramente il fondo , non solo del pur nobile ma poco ciclabile sampietrino, ma di un SAMPIETRINO COMPLETAMENTE SCONNESSO DA DECENNI DI PIENE E MANCATA MANUTENZIONE ORDINARIA, che rendono obiettivamente faticoso il transito quotidiano anche ai più tignosi fra i ciclopaleoabruzzesi.
E così, piano, piano, sommessamente, i già scarsi pedalatori quotidiani sono diventati sempre più rari (anche se questa solitudine in pieno Centro è poi di una poesia struggente e permette improvvisi e rincuoranti incontri faunistici -elegantissime garzette, minacciosi aironi, tuffanti cormorani, fantasmagorici gruccioni, coreografiche ballerine gialle e bianche...).
Da anni il problema è noto, e TUTTI gli amministratori hanno convenuto sulla priorità di intervenire "RAPIDAMENTE ...".
Esiste (esisteva?) anche un lodevole fondo di bilancio di 500.000 euro, ma dopo qualche guizzo di interesse, l'argomento sembra essersi dissolto, -l'argomento speriamo non il finanziamento!
Per me è molto più bella e comoda della Senna, e anche ben raccordata con altri itinerari ciclabili
(Ponte Milvio, Tiziano, Auditorium,. Parioli, Risorgimento, Prati, Angelico, Milizie, Ottaviano, Lepanto, Cicerone, Cavour, Centro Rinascimentale, Anagrafe, Sublicio, Circo Massimo, FAO, Caracalla, Colombo-Laurentina, Appia Antica-Caffarella-Acquedotti-Cinecittà-Togliatti-Aniene-ValSolda-Olimpica-Moschea…) e prima o poi se ne accorgeranno i tedeschi, almeno loro se ne intendono di ciclobellezze e cicliche opportunità. L'ideale sarebbe diventare tedesco di Cermania...
Sempreinsella
AVe caiofabricius VALE
Commenti
Anche se i miei spostamenti non mi portano così lontano, quando ho avuto occasione di utilizzarla sono rimasta stupita e affascinata da quanto poco tempo ci voglia a raggiungere l'Isola Tiberina e poi su, su fino a S. Pietro e a Ponte Milvio.
E poi vogliamo mettere che panorama e che bello senza i rombi dei motori sempre inc**ti!
Sono stra-convinta che chi scrive 'sto genere di articoli non é certo persona che si sposta in bici quotidianamente.
Mamaa
Quindi meglio la rottura di p****e dei sampietrini che qualche altra rottura :)
ciao a tutti
lusingato dalla tua stima,
il degrado lontano dal Centro però NON E' imputabile alla struttura della banchina, anzi per lunghi tratti bellissima e con un paesaggio mozzafiato e inimmaginabili presenze faunistiche sia a nord che a sud, quanto dall'assedio di disperati di tutto il mondo che assalgono ogni spazio che ritengono un minimo riparato (parchi, vicoli, panchine, sponde dei fiumi...).
Non sono mai stato politically correct e da vetero cane sciolto posso permettermi non essere ipocrita e di rifiutare il falso assioma povero=buono.
Moriccioli poteva essere uno di noi e quei due dementi sono assassini ignobili ed imperdonabili, nessuno sconto per il colore della pelle o la provenienza o si fa razzismo al contrario. Che marciscano in galera, anzi avrei ripristinato i lavori forzati socialmente utili.
Ma ricordiamoci che è stato un caso, uno e uno solo che poteva accadere ovunque, mentre ogni giorno muoiono o rimangono paralizzati decine di pedoni e ciclisti e NESSUNO SI STRAPPA LE VESTI. Rigore per tutti.
Se ci fosse la frequentazione dei festivi la CIclovia TEVERE sarebbe più sicura di via del Corso.
E cmq rimane una meraviglia e comodità sottovalutata e svilita da questa popolazione arricchita e ringhiosa, anzi, tanto oggi me rode più del solito, proprio scema, ignorante, furbetta e garrula, che non merita la meraviglia archeonaturalistica che trabocca senza essere apprezzata e curata.
AVe caio ingrugnato