Sono allora andato a cercare la ricerca Demos ed i risultati che trovato non sembrano sostenere questi titoli.
Questa valutazione si amplia ulteriormente se si vede che solo il 41% è favorevole alla costruzione di una centrale nucleare nella provincia dove abita
La sensazione è che nelle valutazioni giornalistiche i risultati siano stati "piegati" alle valutazioni che l'attuale maggioranza di governo ha sviluppato su un ritorno italiano al nucleare.
A questo punto allora le domande vorrei porle io oggi ai nostri politici:
- Poiché allo stato attuale delle conoscenze scientifiche non è possibile rendere inerti le scorie dei materiali radioattivi utilizzati nelle centrali nucleari, come pensano di smaltire le scorie delle centrali italiane?
- I materiali radiottivi necessari al funzionamento delle centrali sono presenti nelle miniere di pochi stati. La conseguenza sarà un rapido aumento dei costi, con una situazione analoga a quella della dipendenza odierna dagli stati produttori di petrolio. Come pensano di evitare questa nuova forma di dipendenza?
- Le conoscenze scientifiche e tecnologiche non consentono di avviare entro i prossimi 10 anni la costruzioni di centrali nucleari a "fusione". Pertanto in Italia verranno costruite centrali nucleari del tipo a "fissione". Come pensano di gestire i temi della sicurezza di queste centrali che hanno dato giganteschi problemi nei paesi dove sono state realizzate?
- In Italia esiste una società (la SOGIN) che deve ancora iniziare il decommissioning (la chiusura del ciclo di vita delle installazioni nucleari) delle centrali e dei siti nucleari costruiti in Italia nella seconda metà del XX secolo e chiusi in seguito al referendum del 1987: Trino, Caorso, Latina, Sessa Aurunca, Saluggia, Bosco Marengo, Casaccia. Come pensano di attuare il decommissioning delle progettate nuove centrali quando avranno esaurito il loro ciclo vitale?
Ecco, quando avrò ricevuto una risposta scientifica e non demagogica a queste domande potrò valutare che tipo di risposta dare alle domande dell'indagine DEMOS.
Nota sulla metodologia seguita per l'indagine Demos "gli italiani e il nucleare":
Il sondaggio è stato condotto da Demetra
(sistema CATI, supervisione: Giovanni Pace) nei giorni 1-8 ottobre 2008. Il campione,
di 1300 persone, è rappresentativo della popolazione italiana con oltre 15 anni per
genere, età, titolo di studio e zona geopolitica di residenza.
Commenti
Prima ancora di finire di leggere il post avevo in mente già le stesse domande!
Infatti sarebbe bastato aggiungere al sondaggio, dopo le domande sull'essere favorevoli all'apertura di nuove centrali, all'apertura di nuove centrali nella propria provincia, la seguente: sarebbe favorevole allo stoccaggio delle scorie radioattive nella cantina di casa sua?
Mamaa
Il nucleare a da tornà
perchè quarcheduno cià da magnà
dell'energia nun je ne sbatte n'cà
ma ch'almen le scorie s'adan stoccà
nel sito unico dell' Arcoriàn
AVe Caio,
se solo il 20% pedalasse
ritornerebbero le vacche grasse
n'artra scusa potrebbe 'nventasse
e se le bollette potesse truccà
hai voja Caio, a pedalà.
giancamar
l'amaro pedalo
Pare che Chernobyl, in ucraino, si traduca: assenzio.
La maledizione degli essere umani è che essi dimenticano.
(giuro che non posterò mai più citazioni bibliche)
assenzio e i bananas stramaledetti
assenzio per chi non vuol vedere
assenzio per perdersi e non sapere